Utilizzare gps per pedinamenti è possibile?

I sistemi di localizzazione gps sono utili per sapere dove si trova una persona in tempo reale, ma senza pedinamento…

Localizzare una persona o un oggetto oggi è alla portata di tutti. Tramite i sistemi gps si può facilmente conoscere l’ubicazione precisa di qualsiasi altro trasmettitore. Il sogno, insomma, di chiunque desideri pedinare, per i più svariati motivi, qualcuno.

Ma la realtà concreta è un po’ diversa, specie in ambito investigativo, come vedremo tra poco.

Procediamo con ordine.

Il gps rappresenta un aiuto concreto per gli investigatori in sede di pedinamento. Basta infatti installare un ripetitore nell’auto o nella moto del soggetto pedinato, per effettuare un inseguimento oppure osservare  con estrema discrezione.

Ma se, all’apparenza, il gps potrebbe assecondare facilmente qualsiasi velleità di pedinamento, così non è. Ci sono, infatti, dei limiti in sede giudiziaria in termini di validità delle prove raccolte.

Che cos’è il GPS?

Prima di proseguire, vediamo sinteticamente cosa è un sistema GPS. GPS è l’acronimo di Global Positioning System: Si tratta quindi di un sistema per il posizionamento globale, un localizzatore insomma. Grazie al gps è possibile, infatti, localizzare la longitudine e la latitudine di oggetti e persone. Il tutto tramite l’utilizzo dei satelliti che stazionano nell’orbita terrestre. Sono loro, in sostanza, a permettere di conoscere in ogni momento l’esatta ubicazione di un ripetitore.

I satelliti sono dotati di un orologio atomico in grado di calcolare in modo preciso il tempo che passa dalla richiesta effettuata dal ricevitore GPS alle risposte ottenute dai satelliti.

Un incrocio di dati, insomma, che permette di conoscere in tempo reale l’ubicazione esatta.

Usare il gps per pedinamenti

Diciamolo subito. Usare il GPS per pedinare qualcuno è possibile e, se fatto con i dovuti modi, non viola alcuna legge. Nemmeno in ambito di privacy. La legge consente infatti di usare il GPS nei seguenti casi:

  • indagini effettuate in ambito aziendale;
  • indagini effettuate in ambito privato;
  • indagini effettuate in ambito commerciale;
  • indagini effettuate in ambito assicurativo.

Prima di proseguire, una precisazione: il datore di lavoro non può installare un gps sulla vettura di un proprio dipendente perché questa è considerata una forma di controllo dello stesso che viola i principi di privacy e riservatezza.

Questo primo aspetto rappresenta un limite evidente per chi stesse pensando a delle investigazioni aziendali fatte in casa. Ma c’è di più…

Conosciamo quindi meglio le caratteristiche, le grandi opportunità ma anche i limiti che il gps ha per i pedinamenti.

I limiti dell’uso del gps nei pedinamenti

Se la legge ammette che usare il gps nei pedinamenti è possibile, dice anche un’altra cosa. Se da una parte è possibile pedinare una persona, anche per strada, in auto o a piedi, poiché ciò non viola la privacy e non esistono norme che lo vietino c’è anche un’altra condizione.

La norma dice infatti che la persona pedinata non si deve accorgere di esserlo e non si deve sentire minacciata o importunata.

E, soprattutto, il provvedimento che disciplina questa materia (il decreto 269 del 1 dicembre 2010) impone che non si trattino illecitamente dati di altre persone. Un localizzatore installato su una vettura, ad esempio, non dimostra che la persona oggetto d’indagine fosse effettivamente alla guida di quella vettura, anche se questa è intestata a lei.

Banalmente, potrebbe aver prestato la propria auto e un’eventualità simile non solo rischierebbe di smontare l’indagine ma si configurerebbe anche come trattamento illecito dei dati di una persona terza rispetto all’indagine, ovvero quella che si trovava alla guida del mezzo.

I dati del gps in sede di giudizio

C’è un altro limite all’uso del gps. I dati rilevati con il gps non sono validi come prova in sede di giudizio. Questo perché la posizione, ad esempio di un veicolo o di una moto, non sono sufficienti per provare che la persona fosse fisicamente su quel veicolo, come abbiamo visto poco fa.

Ecco perché abbiamo detto all’inizio dell’articolo che il gps non è un elemento probatorio bensì uno strumento che coadiuva l’attività di pedinamento.

Ma si tratta di prove che, in sede stragiudiziale, possono essere molto utili, specie se integrate con materiali audiovisivi come foto o video che dimostrino al di là di ogni ragionevole dubbio che la persona alla guida del mezzo fosse quella oggetto del pedinamento.

Insomma, sebbene un localizzatore sia facilmente installabile quasi da chiunque, quello che fa la differenza è l’attività di pedinamento. Quella sarà determinante per il buon esito dell’investigazione e per evitare di commettere illeciti punibili.

Ecco perché meglio evitare di improvvisarsi “spie” installando sistemi di localizzazione sulle vetture e affidarsi ad un investigatore privato professionale che conosca gli utilizzi migliori del gps per pedinamenti e che sappia assicurare al cliente lo strumento di indagine più adeguato per quella fattispecie di investigazione.