Cosa può o non può fare l’investigatore privato?

Il rispetto delle Regole Deontologiche nell’esercizio dell’attività investigativa

L’importanza del rispetto delle norme deontologiche da parte dell’investigatore nelle diverse fasi dell’attività: dal momento del conferimento del mandato, a quello dello svolgimento delle indagini e dell’acquisizione delle prove.

Affidarsi ad un’agenzia investigativa rappresenta una scelta strategica importante sia in ambito privato che, soprattutto, aziendale. Ecco allora la necessità di scegliere un’agenzia professionale che rispetti tutte le norme, in primis che sia in possesso della licenza investigativa e poi che o rispetti scrupolosamente le regole deontologiche in materia di investigazioni private. Sono tutti aspetti che solo un professionista del settore è in grado di gestire con competenza.

L’obiettivo di un’indagine è duplice: da un lato, quello di catalogare il materiale acquisito durante l’indagine in modo che esso abbia valenza in sede stragiudiziale; dall’altro, quello di compendiarlo qualora fosse necessario, al contrario, di utilizzarlo in sede giudiziaria. Solo un investigatore professionista è in grado di consegnare al cliente questo genere di materiale, che dovrà acquisire attenendosi scrupolosamente alle regole deontologiche, oltre che a quelle di legge, per non inficiare le prove raccolte o vanificare il lavoro svolto.

La licenza investigativa e le regole deontologiche

Le regole deontologiche sono lo strumento basilare di regolamentazione dell’attività investigativa. La licenza investigativa è invece il documento essenziale per operare nel settore delle investigazioni con legittima autorizzazione da parte delle Autorità competenti.

La licenza investigativa viene rilasciata dal Prefetto e ha durata triennale; i destinatari della licenza devono essere muniti di particolari requisiti tecnici e di buona condotta per ottenerla. Ogni cliente non solo può, ma deve chiedere di visionare la licenza dell’investigatore a cui intende affidare l’incarico.

Il mandato

La buona riuscita di un’indagine investigativa nasce dai primi passi.

Formalizzare l’avvio di una consulenza o di un’indagine con il mandato rappresenta la via corretta
per cominciare ad acquisire prove valide ed efficaci. Le regole deontologiche prevedono, infatti che le agenzie di investigazioni, ovviamente dotate di licenza investigativa, procedano in questo modo per iniziare un nuovo intervento.
Il mandato per svolgere investigazioni deve essere sottoscritto dal richiedente che si rivolge ad un’agenzia investigativa a tutela di un proprio diritto. Nella maggior parte dei casi, il mandato viene compilato su un apposito formulario.

Nel mandato devono essere evidenziati i tipi di atti investigativi richiesti dal mandante, gli elementi in fatto che giustificano l’indagine, i diritti di cui il cliente invoca la tutela in sede giudiziaria, oltre all’indicazione dell’inizio e della fine delle operazioni. Il mandato regola anche la modalità di confronto con il cliente sulle informazioni acquisite dall’investigatore e deve evitare eventuali incompatibilità con precedenti incarichi assunti da quest’ultimo.

Come opera un investigatore privato

Un vero investigatore è capace di agire con la massima discrezione e, soprattutto, nel rispetto della legge.

La prima regola, come detto, è quella di essere dotato di tutti i requisiti per poter svolgere il lavoro di investigatore. Il lavoro dell’investigatore privato è molto complesso e si articola in ricerche, interventi, verifiche e confronti, con il fine ultimo di raccoglier prove valide e spendibili in sede sia stragiudiziale che giudiziale.

I professionisti hanno infatti piena conoscenza delle leggi in vigore e sono costantemente aggiornati su eventuali nuove norme, in particolare in materia di privacy, in modo da poter operare con consapevolezza nella vasta normativa di settore. Non è un dettaglio, perché chi opera al di fuori del perimetro legale non solo compie un reato, ma di sicuro non tutela gli interessi del proprio cliente.

La fase giudiziale

Le indagini di un investigatore privato sono svolte per un motivo ben preciso: (pre)costituire prove investigative utili ad avviare un’eventuale azione legale attraverso la quale il cliente possa tutelare i propri interessi privati ed economici.

Per poter fare ciò un investigatore privato deve lavorare nel pieno rispetto della legge producendo prove conformi ai requisiti richiesti dall’Autorità Giudiziaria. Ecco allora l’importanza di affidarsi a un investigatore professionale, in possesso della licenza investigativa e che lavori attenendosi alle regole deontologiche, oltre che alle norme poste a presidio della cristallizzazione della prova.

Tutto il materiale fornito dall’investigatore privato al proprio cliente deve essere quindi predisposto e prodotto in giudizio, nel rispetto della legge e, in particolare, delle norme in materia privacy. Come abbiamo già visto, solo le prove raccolte nel rispetto della legge saranno ritenute ammissibili in sede sia stragiudiziale che, soprattutto, giudiziale. Non si esclude un intervento personale dell’investigatore nella fase giudiziale qualora egli venga chiamato dal cliente o dal Giudice a deporre come testimone sui fatti accertati nella relazione investigativa. Ancor di più, in tal caso, l’investigatore dovrà mantenere una condotta corretta ed integra.

Insomma, se volete aumentare le vostre chance di successo, affidatevi solo a un investigatore con licenza, che segua scrupolosamente le regole deontologiche, oltre che la normativa di legge vigente nel settore. Questo può davvero fare la differenza.