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Riservatezza Garantita
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Fin dall’inizio dell’emergenza COVID-19 le imprese italiane sono state messe a dura prova a causa della violenta e veloce diffusione del virus. Per contenere il numero dei licenziamenti dovuti a ragioni economiche, il Governo è intervenuto attraverso specifiche normative che hanno determinato:
I provvedimenti hanno riguardato tutte le imprese a prescindere dalle dimensioni e dal numero di dipendenti.
Tali divieti sono stati introdotti nel Decreto Cura Italia e nel Decreto Rilancio. In particolare, l’articolo 46 del Decreto Legge del 17 marzo 2020, n. 18 (Decreto Cura Italia), integrato e modificato dall’articolo 80 del Decreto Legge del 19 maggio 2020, n. 34 (Decreto Rilancio), sancisce il divieto da parte del datore di lavoro di recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo per cinque mesi, a decorrere dalla data di entrata in vigore del citato Decreto Cura Italia (17 marzo 2020), oltre che la sospensione delle procedure di licenziamento per giustificato motivo oggettivo in corso.
Esistono tuttavia delle esclusioni per cui alcune tipologie di licenziamenti rimangono fuori dal blocco. Qui di seguito elenchiamo tali esclusioni, anche se non in forma esaustiva, allo scopo di fornire un orientamento al datore di lavoro che si trovi nella condizione di dover agire in questo particolare periodo.
I licenziamenti esclusi dal blocco sono:
I procedimenti di licenziamento per giusta causa e per giustificato motivo soggettivo non di rado vengono contestati dal dipendente e portati davanti al giudice.
Il giudice in primis fa riferimento ai contratti collettivi dove sono indicati i comportamenti che possono far scattare il licenziamento. Tuttavia tali esemplificazioni non sono vincolanti per il giudice il quale nella sua valutazione deve sempre far riferimento alle previsioni di legge.
Ovvero il giudice non è obbligato ad applicare in modo automatico il licenziamento come sanzione prevista dal contratto collettivo di riferimento, ma deve di fatto procedere comunque ad una valutazione sull’adeguatezza della sanzione nel caso specifico di “quel” dipendente per il reato o inadempienza ad esso contestata dal datore di lavoro.
L’esigenza di produrre materiale probatorio sulle motivazioni che hanno portato all’avvio di tali procedimenti, è sempre a carico del datore di lavoro e deve avvvenire attraverso la raccolta di prove legalmente riconosciute. Per questo motivo, per un’azienda o un imprenditore, è fondamentale affidarsi ad un investigatore privato, certificato e autorizzato, per raccogliere le prove necessarie a dimostrare l’attività scorretta del dipendete in sede di giudizio.DDS Investigazioni è un’agenzia investigativa legalmente autorizzata dalla Prefettura, che da anni svolge per conto di aziende, imprenditori e professionisti indagini aziendali per individuare le prove necessarie al licenziamento per giusta causa.
Tutte le investigazioni sono effettuate nel rispetto delle normative vigenti e nel rispetto della privacy, garanzia per il cliente di risultati sempre affidabili e validi.
A conclusione dell’attività investigativa verrà consegnata al cliente una dettagliata relazione investigativa corredata di eventuali supporti video-fotografici, che verrà portata all’esame del giudice.
Tali prove risultano quindi fondamentali al fine della di una positiva risoluzione del processo,soprattutto nelle cause dove è presente una forte in presenza di una contestazione al licenziamento da parte del dipendente. Come già accennato in precedenza, quando spetta sempre al datore di lavoro dimostrare l’esistenza della giusta causa o del giustificato motivo soggettivo.
Per quanto riguarda la legittimità dei controlli sul dipendente da parte dell’investigatore privato, la Corte Costituzionale ha più volte sancito la legittimità di tali investigazioni da parte del datore di lavoro, fermo restando l’obbligo di rivolgersi ad agenzie legalmente riconosciute e che lavorano nel pieno rispetto della normativa in tema di privacy e diritto alla riservatezza della vita privata.
Rimandiamo a questo proposito ai nostri precedenti articoli sul tema per un approfondimento:
Controllo dipendenti da parte del datore di lavoro
La Cassazione legittima le investigazioni private sul dipendente
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